Il mediatore solitario


Robinson CrusoeChe giornalisti e politici raccontino balle non è certo una novità. Il problema è che spesso lo fanno anche quando – magari – sono convinti di dire la verità.

Un caso tipico è la leggenda metropolitana del Corso di Laurea in Mediazione Linguistica di Forlì che avrebbe un solo iscritto, citato come proverbiale esempio dell’inefficienza dell’università italiana.

La leggenda nasce con un articolo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 12 dicembre 2006. I giornalisti scrivevano:

C’è un Robinson disperso su un’isoletta universitaria di Forlì che non ha neanche un Venerdì con cui parlare: è l’unico iscritto al corso di Scienze della mediazione linguistica. Ma con chi può mediare, se non c’è un selvaggio con cui aprir bocca? Una solitudine da incubo…

A rincarare la dose ci pensa “Il Giornale” il 16 ottobre 2008, quando Matthias Pfaender riprende pari pari la notizia:

[…] al primo gennaio del 2007 il corso di Scienze della mediazione linguistica a Forlì contava un solo iscritto; chissà con chi mediava. Forse con i soli in grado di capire il suo stato d’animo

Di recente, durante e dopo la discussione finale sul Disegno di Legge Gelmini, ci hanno pensato due esponenti della maggioranza parlamentari a dare ancor più visibilità mediatica alla faccenda.

Prima il deputato Fabio Rampelli, che nel suo intervento alla Camera dei deputati del 13 dicembre 2010 ha detto:

Addirittura, a Forlì, c’è un poveraccio che studia da solo mediazione linguistica: ma con chi media, se è solo?

L’ultima in ordine di tempo a ricorrere a questa facile battuta è stata la Ministra Giorgia Meloni, che a “Porta a Porta” ha detto testualmente, con la sua innata finezza:

Io cito sempre il caso di quel poveretto che studia mediazione linguistica a Forlì ed è l’unico iscritto. Dico io «sei rimasto da solo, ma cche tte medi?»

Ma il dubbio di aver scritto/detto castronerie a questi gli è mai venuto? Prima di sputare addosso a studenti, docenti e dipendenti si son presi la briga di verificare? Evidentemente, no. Infatti è una balla…

Il corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica Interculturale fa parte dell’offerta formativa della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, facoltà dell’Università di Bologna presso il Polo Scientifico Didattico di Forlì.

È un corso a numero programmato cui accedono ogni anno 182 studenti degli oltre 1000 candidati che si iscrivono alla prova di idoneità. Gli studenti che frequentano i tre anni del corso  sono circa 500. Non solo, ma è una delle facoltà i cui laureati riescono a inserirsi prima nel mondo del lavoro (il 75% entro il primo anno).

Dunque una cosa è chiara: chi ha scritto la balla per la prima volta non ha verificato i dati in suo possesso; chi ha ripetuto l’errore la seconda volta ha fatto di peggio, dando per acquisito un dato che era già stato dimostrato sbagliato (dopo la prima pubblicazione il TG regionale dell’Emilia Romagna aveva fatto un servizio che spiegava l’errore); ma indubbiamente il comportamento peggiore l’hanno avuto i politici citati, deridendo gratuitamente studenti, docenti e dipendenti di quella facoltà … e citando carta straccia.

L’università italiana ha senz’altro enormi problemi, ma di certo giornalisti che non verificano le notizie e politici che parlano a vanvera, prendendosela pretestuosamente con chi studia duramente e chi lavora onestamente pur di sostenere le proprie tesi, non possono arrogarsi il diritto di puntare il dito.

2 Responses to Il mediatore solitario

  1. laura ha detto:

    mia figlia si è laureata in biotecnologie mediche con specializzazione in neuroscienze,mi sembra fossero in 5 o 6 in quella specialita’,anche perchè ,come si intuisce,non è proprio una cosina facile.nonostante tutto ,naturalmente,in Italia non ha trovato lavoro ed ora vive felice e lavora strapagata in Danimarca!complimenti alla lungimiranza del nostro governo che si fa’ scappare questi cervelli .Ah ma noi abbiamo le bunga bunga girl,vuoi mettere…

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  2. Gabriele ha detto:

    Bravissima Laura.

    Aggiungo che, se è vero che l’università italiana ha enormi problemi, è altrettanto vero che abbiamo l’imprenditoria più ignorante e provinciale di tutto il mondo occidentale. Le grandi imprese sono in mano al mercato finanziario e alle banche (che in Italia sono – tra l’altro – la stessa cosa) e nella piccola e media impresa chi fa ricerca e innovazione è una mosca bianca.

    Complimenti a tua figlia per i risultati che ha ottenuto e a te per averla sostenuta. Purtroppo molti dei sostenitori del sig. bungabunga sono convinti che fare una comparsata in TV o puttaneggiare nella villa di un vecchio miliardario abbiano uguale o maggiore dignità di una laurea (o di un qualunque onesto lavoro da 1000€ al mese). E’ la stessa mentalità che considera vincente l’evasore fiscale che la fa franca.

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